2010-08-16 15-29

Il progetto della Chiesa Parrocchiale di San Filippo Neri in Ciliverghe risale al 1680 e porta la firma dall’architetto Luca Serena. Costituita come Oratorio e dedicata al Santo fiorentino, inizialmente rimane parte del beneficio della parrocchia di Virle, di cui Ciliverghe costituiva la zona di campagna. Per le contrade ciliverghesi non si trattava della prima chiesa poichè a fine ’600 esistevano già la chiesa di Santa Maria ad Nives (oggi San Valentino) e la Chiesa di San Carlo in Seconda Contrada (soppressa) della quale si dice che fungesse da luogo per l’insegnamento della dottrina per gli abitanti del luogo. Il fatto di avere una propria chiesa costituiva tuttavia il primo passo verso l’indipendenza religiosa della comunità di Ciliverghe da quella di Virle. Si sa che per la costruzione ci furono donazioni da parte di tutta la popolazione con lasciti e offerte. Il Cardinale Dolfin, arcivescovo di Brescia, nel 1702 visita la Chiesa di San Filippo Neri che dunque doveva già essere completata in quell’anno. Si susseguono poi le visite pastorali dei Vescovi di Brescia: dapprima nel 1711 quella di Monsignor Badoer e nel 1724 quella di Monsignor Morosini. Quest’ultima è la più storicamente rilevante poichè il parroco di Virle ne redige una accurata relazione. Nel 1757, a causa delle intemperanze fra Ciliverghe e Virle, il 5 aprile 1757, l’Oratorio diventerà Chiesa Parrocchiale e quindi avrà un proprio parroco, il Nobile Don Francesco Bona, ed un cimitero. Parte attiva nella costituzione della Parrocchia l’ebbe il Conte Giammaria Mazzucchelli, il quale aveva fatto dell’indipendenza parrocchiale del paese una questione personale sostenendo che avrebbe rinunciato al suo titolo di Conte se non fosse riuscito nel suo intento.

chiesa interno

 Cenni artistici La struttura dell’edificio è molto semplice, ad aula unica rettangolare.  La facciata neoclassica è scandita da quattro semi colonne che sorreggono un frontoncino a modiglione che ripete gli schemi uguali delle architetture sacre dei primi decenni del XIX secolo. Sulla facciata si apre inoltre il finestrone con la recente installazione della vetrata raffigurante l’Assunta del Tiziano. All’interno si trovano due altari laterali dedicati al Sacro Cuore di Gesù e alla Madonna del Rosario dove è anche situata l’antica statua di San Rocco, oggetto di devozione costante della popolazione ciliverghese. I dipinti della volta, eseguiti nel 1970 dal pittore Olini, in sostituzione delle precedenti decorazioni geometriche, raffigurano San Rocco, San Giuseppe, San Filippo Neri e San Pietro. Nei quattro medaglioni laterali si possono identificare invece Santa Maria Goretti, San Domenico Savio, San Giovanni XXIII e Papa Paolo VI. Nella piccola cupola sopra al presbiterio è raffigurata l’Assunzione di Maria mentre nel catino dell’abside la Trasfigurazione, rimaneggiata dall’Olini sull’originale del ’700. Di maggior rilievo storico sono di certo le tre tele: due poste lungo le pareti della navata e raffiguranti la Deposizione di Cristo dalla Croce e la Madonna tra i Santi Vincenzo Ferrer e Francesco di Paola, entrambi del pittore bresciano Francesco Savanni, della seconda metà del XVIII secolo, e la pala dell’altare maggiore di Domenico Voltolino che dipinge la Vergine fra i Santi Filippo Neri e Domenico di Guzmàn.  Rispetto all’originale a pianta ottagonale, il presbiterio ed il coro sono stati ampliati con l’attuale struttura neoclassica-corinzia nel 1831 restringendo in parte la sacrestia. Di particolare interesse infine il maestoso campanile in pietra viva, con un castello a 5 campane.